L’era della pistola semiautomatica:

Il grande progettista Browning nacque il 23 gennaio 1855, da Jonathan e Elizabeth Clark a
Ogden nello Utah, dove Jonathan si era stabilito dopo l’esodo dei Mormoni del 1847. Suo padre era un armaiolo competente, per cui fin dai primi anni il giovane John Moses imparò a conoscere, nel laboratorio paterno, l’arte e i segreti dell’armaiolo. Ciò che davvero gli interessava, tuttavia, era progettare e costruire armi nuove più che riparare quelle rotte. La sua prima opera in questo senso fu un fucile monocolpo che realizzò all’età di 14 anni per suo fratello Matt.
Nel 1879, poco dopo la morte del padre, i due fratelli aprirono il loro laboratorio. Qui per la prima volta usarono macchine azionate a vapore. Le macchine esistenti, che erano azionate a pedale, furono convertite
allo scopo. Nello stesso anno John Moses si sposò con Rachel Teresa Child e ottenne il suo primo brevetto, per un fucile monocolpo a retrocarica. Nonostante vivesse in provincia, Browning era decisamente informato sulla situazione armiera, tanto da sapere con certezza che il suo progetto non aveva precedenti.
La richiesta del nuovo fucile superò ben presto la capacità produttiva dei due fratelli, che peraltro non avevano la possibilità di espandere la Browning GunFactory, come si chiamava la loro piccola officina. Mancava il capitale necessario e non disponevano di una solida rete di distribuzione per il loro
prodotto. John Moses, benché soddisfatto dell’andamento dell’attività, si lamentava che il lavoro quotidiano di produzione non gli lasciava il tempo di lavorare alle sue nuove idee.
Nel 1883 un venditore della Winchester, Andrew McAusland, ebbe occasione di vedere uno dei fucili Browning. Lo acquistò immediatamente per inviarlo alla sua dire-
zione.

 L’arma suscitò il vivo interesse della ditta, tanto che T.G. Bennet, vicepresidente
e direttore generale di Winchester, si recò a Ogden per acquistarne i diritti. L’accordo fu raggiunto e la Winchester pagò a Browning 8.000 dollari, cosa che costituiva un affare per entrambi i contraenti. La Winchester, che disponeva di una rete di vendita adeguata, trasformava un concorrente in un benefattore e aggiungeva un eccellente prodotto al proprio catalogo.

Browning, col denaro ricevuto e le buone relazioni stabilite con un grande produttore ebbe modo di concentrarsi
sullo sviluppo di nuove idee invece che sulla produzione di quelle vecchie.
La cooperazione non finì certamente con quel primo fucile. Trovare un progettista di genio era una fortuna insperata, per cui le commesse giunsero numerose. Dal 1883 al 1902 Browning progettò molte nuove armi per Winchester. Alcune di esse giunsero in produzione, mentre altre non superarono lo stadio di prototipo, ma tutte manifestavano ingegno e innovazione. Alcune di esse divennero dei veri e propri best-seller, come ad esempio il fucile a leva modello 1886,
1887. 1894 e 1895, oltre al fucile a pompa modello 1897 e ad altre. Nello stesso tempo Browning stava lavorando a una nuova idea. Voleva costruire un fucile semiautomatico azionato dai gas di sparo. L’idea gli venne osservando un suo amico che sparava. Un ciuffo di erbacce proprio davanti alla postazione di tiro si piegò nettamente per il soffio di volata. Da qui venne l’idea di usare quel gas per qualcosa di utile, come ad esempio il riarmo del cane. Dopo che un prototipo ebbe confermato la sua teoria, John applicò quel principio a tre diverse armi: due mitragliatrici e un fucile semiautomatico a canna liscia. La mitragliatrice – la prima al mondo azionata dai gas di sparo – fu poi venduta alla Colt e al governo americano. Alla prima versione, raffreddata ad aria, ne fece seguito una seconda raffreddata ad acqua, ma l’arma rimase sempre la stessa. Non c’è da stupirsi che una mitragliatrice progettata da Browning, quella da mezzo pollice, sia ancora in uso ai giorni nostri. In questo caso non si tratta di conservatorismo militare: semplicemente finora non ne è stata realizzata un’altra migliore.
Il fucile semiautomatico fu la principale causa della rottura dei rapporti tra Browning e Winchester.

 Quando la Casa di New Haven rifiutò di metterlo in produzione Browning, che era fermamente convinto della ripetizione semiautomatica, lo presentò alla Fabrique
Nationale di Liegi, con la quale si accordò perché fosse costruito. La Fabrique Nationale aveva necessità di qualcosa da produrre e il nuovo fucile rivoluzionò il mondo della caccia. Lo stesso fucile sarà poi costruito negli Stati Uniti da Remington; varianti dell’arma sono ancor oggi prodotte da varie ditte. Il cacciatore che, ancor oggi, va in giro per le campagne avendo in spalla un fucile semiautomatico a lungo rinculo deve molto al genio mormone.
John Moses Browning aveva l’abitudine di lavorare a più idee contemporaneamente. Già prima del 1900 aveva iniziato ad elaborare Videa di una pistola semiautomatica. Nella sua definita corrente di pensiero ogni particolare di un’arma doveva svolgere, ove possibile, più di una funzione. Seguendo quest’ordine di idee le sue pistole semiautomatiche furono le prime ad avere un carrello che includesse sia la canna che otturatore. La prima pistola di Browning diffusa commercialmente, la pistola semi-automatica FN mod. 1900, fu anche la prima pistola semiautomatica ad avere una larga diffusione sul mercato; l’ultima, completata poi da Dieudonné Saive, sarà la FN HP35. E così il nostro John Moses si trova ad essere autore di due tra le pistole
più diffuse al mondo. Come molti grandi uomini, John Moses Browning morì mentre era in attività. Fu colto da un attacco di cuore nel 1926, a Liegi,
mentre era nell’ufficio di suo figlio Val allaFN. Quello fu l’ultimo giorno terreno della persona che influenzò la storia delle armi da fuoco più di chiunque altro al mondo.
Il largo impiego della mitragliatrice, nella prima guerra mondiale, conseguente alle sue invenzioni, probabilmente influenzò, o contribuì ad influenzare, anche il corso della storia.

Come si giunse alla 1911


Il progetto della pistola semi-automatica 1911 è il risultato di specifiche richieste avanzate dall’Esercito Usa e del genio meccanico di John Moses Browning,
Vediamo come si giunse al primo elemento. Prima dell’adozione di una pistola semiautomatica l’esercito americano adottò un gran numero di modelli di revolver. Infin dei conti si trattava del Paese che al revolver aveva dato la notorietà, ancorché il progetto di Adams fosse decisamente migliore dei modelli coevi d’oltre Atlantico
La maggior parte dei revolver adottati era in calibro 38, che sembrò andar bene fino al momento dell’occupazione delle Filippine.


In quell’occasione numerosi soldati americani furono impegnati in conflitti con la
tribù locale dei Moros, combattenti forse primitivi ma fanatici e determinati. Questi attaccavano gli americani con uno zelo che non teneva conto della propria morte e che proveniva da una incrollabile convinzione di invincibilità, oltre che, verosimilmente, da sostanze psicotrope. Le armi leggere a disposizione erano così inefficaci contro un assalto da parte dei Moros che le forze Usa si rivolsero alla madrepatria per richiedere le armi più potenti disponibili, ivi incluse le obsolete Colt Single Action Army in calibro.45 Colt. Per quanto sia difficile avere armi efficaci contro un assalitore determinato e mentalmente alterato, il vecchio revolver Colt si comportò meglio se paragonato ai revolver in calibro.38 che l’avevano rimpiazzato come arma d’ordinanza. Questi risultati si sposavano a quelli di alcuni test precedenti e convinsero lo Ordnance Board che la prossima arma corta statunitense dovesse essere di calibro non inferiore al
45 e preferibilmente semiautomatica.