Poco di buono si può dire di una pistola che nessun Esercito ha mai amato, con qualche lato positivo ma con tanti aspetti negativi che ne hanno affossato rapidamente la carriera.

La nascita della VZ38 si può far ascendere all’aprile 1936, quando il Vojenského Technickéko Letechéko Ustavu (Istituto Militare

Tecnico dell’Aeronautica) cecoslovacco inviò una richiesta al Ministero della Difesa. La nota chiedeva di sviluppare una nuova pistola che fosse di concezione e operatività più semplice rispetto alle VZ22 e VZ24 allora in uso, stante che queste ultime erano state trovate dal personale poco affidabili a causa della meccanica complessa e di conseguenza troppo esposte a malfunzionamenti nell’uso prolungato.

La nota venne recepita e girata per competenza alla Ceská Zbrojovka che mise insieme un gruppo di lavoro capeggiato dal solito Frantisek Myska che sembra aver messo le mani in tutta la produzione cecoslovacca di pistole a cavallo tra le due guerre.

Il calibro doveva essere quello d’ordinanza, ovvero il 9 mm Corto, e la pistola avrebbe dovuto avere una meccanica semplice, avrebbe cioè dovuto essere di facile smontaggio e rimontaggio per la manutenzione ordinaria.

Tra le specifiche che ci sono pervenute, era richiesto che avesse pochi componenti in modo di evitare di perderne i pezzi.

Myska mise a punto un prototipo che venne fabbricato in 25 esemplari, consegnati all’Aeronautica per i test preliminari. L’arma venne considerata rispondente alle richieste, ma venne deplorata l’eccessiva corsa del grilletto.

La Docasne Stálá zkusebni komise pro vyztroj a vybroj péchoty (Commissione Permanente per l’Armamento e l’Equipaggiamento dellaFanteria) ordinò di rivedere gli aspetti del progetto che erano stati oggetto di critiche e, ciò fatto, accettò la nuova arma il 30 aprile 1938.

Si trattava di una grossa pistola funzionante in sola doppia azione con cane esterno che ricevette la designazione ufficiale di Armádnì Pistole Vzor 38. Ne vennero ordinati 41.000 esemplari alla Ceská Zbrojovka in data 14 giugno 1938 ad un prezzo stracciatissimo di 270 corone ciascuno, inferiore di ben 50 corone rispetto al più basso prezzo praticato per la VZ24, ma non venne consegnata nemmeno una pistola prima che i Tedeschi invadessero la Cecoslovacchia, nell’ottobre dello stesso 1938. Va ricordato che i Tedeschi smembrarono la Cecoslovacchia creando un protettorato di Boemia e Moravia (Protektorat Böhmen und Mähren), occupato militarmente dalla Wehrmacht cui veniva consentito un ridotto personale militare proprio (Vladni vojsko), e uno stato slovacco alleato dell’Asse.

Le linee produttive per la VZ38 erano già state allestite e la Wehrmacht le trovò già pronte e disponibili ma, a quanto pare, la VZ38 non incontrò presso i nuovi padroni lo stesso gradimento che aveva riscosso dai precedenti. Una discreta quantità di armi venne assemblata dopo l’occupazione della Cecoslovacchia ma, pare, solo nel 1939.

Gli occupanti utilizzarono componenti già fabbricati e buona parte di queste pistole assemblate dopo l’occupazione della fabbrica venne parcherizzata. Le caratteristiche di queste armi sono spesso assai distanti da quelle che la Wehrmacht aveva standardizzato in tutta Europa: innanzi tutto su molte VZ38 non venne impresso il numero di matricola, secondariamente ben poche vennero ispezionate e accettate dall’Heeres WaffenAmt, in terza battuta ci sono delle pistole con i marchi di accettazione cecoslovacchi ma con la canna recante un marchio di prova a fuoco militare germanico.

Il calibro 9 Corto non era mai piaciuto troppo ai Tedeschi, come non piacevano alcune delle caratteristiche della VZ38, cosi che non è chiaro se ci sia stata fabbricazione n di nuovi esemplari o se gli occupanti si siano limitati ad utilizzare i pezzi già prodotti per le Forze Armate cecoslovacche. Anche sul totale delle pistole fabbricate non c’è mai stata unità di vedute, nonostante si vada da opinioni che parlano di 12.000 pistole fino alle 50.000 ventilate da qualche Autore; il lettore potrà  trovare negli Addenda il numero esatto con gli archi seriali conosciuti così come ci sono pervenuti da documenti ufficiali. Ho reperito anche alcuni dati sulle assegna-zioni, pubblicati sempre negli Addenda, che ci dicono come le VZ38 non venissero assegnate a reparti combattenti (una saggia decisione, a mio parere). Una prova definitiva della sua relativa diffusione ci viene comunque dal reperimento di un manuale di servizio per l’Esercito tedesco datato 20 aprile 1940 e da una lista di parti di ricambio datata 29 febbraio 1940, entrambi editidall’Heeres Waffen Amt, Amtsgruppe für

Entwicklung and Prüfung (Ufficio Sviluppo e Sperimentazione).

Venne rinominata Pistole P.39(t) perché non venisse confusa con la P.38 e fu per la maggior parte dei casi ceduta a nazioni alleate dell’Asse come Bulgaria e, soprattutto, Finlandia. Se ne possono trovare infatti molte con la sigla dell’Esercito finlandese«SA» in rettangolo, dato che costoro ne acquistarono 1.713 e le ricevettero il 26 set tembre 1940, insieme alle consorelle VZ24.

Le denominazioni ufficiali dell’arma furono «9,00 pist/39 tsekk.» e «900 PIST/39», richiamando come si vede la terminologia tedesca. Solo 978 erano ancora in mano ai Finnici nel 1948 e risulta siano state vendute come armi da collezione nel 1986. Le VZ38 bulgare invece presentano una leva di sicurezza manuale aggiunta al disegno originario ma, stranamente, hanno numeri di matricola inferiori rispetto a quelli cecoslovacchi e tedeschi che non sono congrui con la datazione del 1941, decisamente più avanti nel tempo rispetto alle altre. Oltre alla leva di sicurezza manuale, queste pistole funzionano in singola e doppia azione e documentazione della fabbrica le denomina EZ Vzor 37, ovvero un modello differente dalla VZ38.

Dopo la guerra terminò la breve vita della VZ38, un’arma interessante per alcune soluzioni tecniche riprese da pistole dei giorni nostri, ma che nessuno rimpianse veramente.