Se negli anni ’30 la realizzazione della Modello 34 ebbe un buon successo per impieghi militari, non solo in Italia ma anche in altri Paesi europei, possiamo ben dire che la performance della Modello 92 negli anni 70 fu addirittura strepitosa, non solo in Italia ma anche in Europa e in tutto il mondo occidentale, tanto che la 92 è diventata la Beretta per antonomasia!
E tale successo parte da lontano, da quando cioè, nell’immediato dopoguerra, la Fabbrica di Gardone riprese vigore e con esso la produzione e la progettazione di nuovi modelli.
Già nel 1951 nacque la Modello 951 in calibro 9 para, una pistola fuori dalla tradizionale meccanica Beretta che, come già visto nel capitolo dedicato a quest’arma, basandosi sul sistema di chiusura Walther, ampiamente sperimentato durante la seconda guerra mondiale, ebbe un discreto successo internazionale sia come arma destinata ad utilizzo civile che come arma militare.
Ma il merito principale della 951 è quello di aver preparato ottimamente la strada che porta alla 92, un’arma che racchiude in un «sol uno» potenza, capacità di fuoco e tutti quei requisiti meccanici e di sicurezza richiesti dal mercato civile e militare.
Nel 1970, raccolto il testimone dal grande Marangoni, Carlo Beretta con Vittorio Valle a Giuseppe Mazzetti, iniziano a progettare una pistola che presenti:
– alta capacità di fuoco, quindi caricatore bifilare;
-calibro potente e universale, quale il 9×19, e non ingombrante come il 45 acp,
– ristretto praticamente ai soli Stati Uniti;
– meccanica semplice ed affidabile;
-leggerezza rispetto alla potenza.
La 92, inizialmente chiamata Mod.35, nasce ufficialmente nel 1975, dopo cinque anni di prototipi e sperimentazioni e viene denominata Modello 92:
la prima impressione è quella di un’arma affidabile e robusta, funzionante anche in condizioni estreme e quindi perfettamente adatta a scopi militari.
Nella prima presentazione la 92 ha il carrello di diverso spessore: più sottile dalla volata alla sede del chiavistello di chiusura, più spesso posteriormente.
Nella veste definitiva i fianchi del carrello hanno spessore costante. Le principali caratteristiche dell’arma sono:
-fusto in lega leggera tipo aermetal, già sperimentato da oltre 30 anni dalla Beretta;
-Carrello aperto secondo la tradizione Beretta;
-caricatore bifilare di grande capacità: 15 colpi;
-doppia azione morbida, ma di efficace percussione;
-facilità di smontaggio da campo;
-peso solo 960 g.
Nella versione definitiva della 92 il carrello, di unico spessore con fianchi piatti, ha un aspetto più massiccio e conferisce all arma una maggiore controllabilità durante il tiro. Unica negatività dell’arma la sola sicura manuale, che però presto sarà modificata su richiesta della Polizia Italiana, interessata alla 92 per la sostituzione della 951, con una sicura abbatticane in grado di consentire anche la disconnessione della catena di scatto.
Gia alla fine del ’75 arriva il primo tangibile apprezzamento della bontà dell’arma: la 92 vince la gara indetta dall’Esercito brasiliano per l’adozione di una nuova arma di ordinanza!
La pistola veniva prodotta negli stabilimenti brasiliani della Beretta, che qualche anno dopo furono venduti alla Forjas Taurus di Porto Alegre, che poi iniziò la produzione in proprio della 92 Taurus diffondendola largamente negli Stati Uniti.
Nel 1977 l’adozione da parte della Polizia di Stato Italiana della 92, per la quale aveva richiesto la modifica della sicura: la pistola viene denominata 92S. Anche i Carabinieri ricevono in dotazione la 92S per sostituire la vetusta Mod.34, come pure la Guardia di Finanza, ma solo per reparti operativi.
La 92S destò interesse anche nell’Esercito Italiano che però la acquistò solo per il COMSUBIN (Comando Subacquei Incursori della MM) e successivamente per Paracadutisti.
Gradualmente altri reparti operativi scelti la ricevettero negli anni ’80 e la completa sostituzione della Mod.34 avvenne solo molti anni dopo, fra il 1996 e il 1997.
Tale modello è in pratica una 92 cui è stata modificata la sicura manuale. La nuova sicura ha la funzione di abbatticane e il suo inserimento permette la disconnessione della catena di scatto. Dal fusto la sicura è stata inserita nel carrello ed è stato variato di conseguenza il sistema di percussione.
È stato modificato anche il caricatore cui sono stati praticati sul dorso tre fori per controllare le cartucce inserite (5, 10, 15). Rimane un solo «neo», il pulsante di sgancio del caricatore che, come nella 951, è posizionato nella parte inferiore del calcio: per estrarre il caricatore occorre quindi usare entrambe le mani.
A ciò si porrà rimedio nel 1979, presentando la 92S-1 al concorso indetto dagli
Stati Uniti per la sostituzione della vecchia Colt 1911 in calibro 45 acp.