Le armi utilizzate nella guerra in Ucraina: un’analisi dettagliata
La guerra in Ucraina ha dimostrato come la tecnologia bellica moderna, unita alla determinazione delle forze ucraine, possa fare la differenza in un conflitto prolungato. Le armi utilizzate nella guerra in Ucraina hanno giocato un ruolo cruciale nel respingere le offensive russe e nel riequilibrare le forze in campo. Oltre ai droni, che si sono rivelati essenziali nelle operazioni di sorveglianza e attacco, Kyiv ha avuto accesso a una serie di dispositivi militari altamente efficaci. Tra questi spiccano i lanciarazzi multipli M142 HIMARS, i sistemi anticarro FGM-148 Javelin, i carri armati T-72, i missili antinave R-360 Neptune e gli obici britannici M777. Vediamo nel dettaglio il loro impatto sul campo di battaglia.
M142 HIMARS: la chiave della guerra a distanza
Sviluppato negli Stati Uniti alla fine degli anni ‘90, l’M142 High Mobility Artillery Rocket System (HIMARS) è un lanciarazzi multiplo leggero montato su un camion militare. La sua versatilità e la gittata di oltre 480 chilometri hanno permesso alle forze ucraine di colpire con precisione obiettivi strategici russi e spostarsi rapidamente per evitare la rappresaglia nemica. Il suo impiego è stato così efficace da portare il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, a dichiararlo un bersaglio prioritario. Le armi utilizzate nella guerra in Ucraina, come l’HIMARS, hanno mostrato come la mobilità e la precisione siano fondamentali nel conflitto moderno.

FGM-148 Javelin: la nemesi dei carri armati russi
I sistemi anticarro FGM-148 Javelin hanno giocato un ruolo essenziale nel contrastare l’avanzata russa, permettendo alle forze ucraine di distruggere numerosi carri armati nemici. Questo missile, introdotto negli anni ‘90 e impiegato in conflitti come l’Iraq e l’Afghanistan, è particolarmente letale grazie alla sua testata HEAT (High-Explosive Anti-Tank), in grado di colpire i mezzi corazzati dall’alto, nel punto più vulnerabile. Il Javelin utilizza un sistema di guida a infrarossi “fire-and-forget” (spara e dimentica), consentendo agli operatori di mettersi al riparo subito dopo il lancio. In Ucraina, è diventato un simbolo di resistenza, al punto da ispirare un’icona chiamata “Saint Javelin”, rappresentante una donna armata del sistema anticarro.

T-72: il carro armato più diffuso al mondo
Il T-72 è uno dei carri armati più prodotti e utilizzati a livello globale. In servizio dal 1973, questo modello di origine sovietica è presente in oltre 40 paesi, con circa 30.000 unità operative. L’Ucraina, già prima dell’invasione russa, possedeva un vasto arsenale di T-72, ma ha ricevuto ulteriori rinforzi da paesi alleati come Polonia, Grecia e Macedonia. Paradossalmente, molte delle unità in uso dall’esercito ucraino provengono proprio dalla Russia: durante la ritirata, infatti, numerosi soldati russi hanno abbandonato i propri carri armati per mancanza di carburante o per l’impossibilità di recuperarli. Grazie a un rapido processo di riparazione e reimpiego, questi mezzi sono stati integrati nell’esercito ucraino, contribuendo ad aumentare il numero di unità disponibili sul campo.

R-360 Neptune: il missile che ha cambiato le sorti nel Mar Nero
Un altro elemento chiave tra le armi utilizzate nella guerra in Ucraina è il missile da crociera antinave R-360 Neptune. Sviluppato dall’ufficio di progettazione Luch di Kyiv, questo missile è stato progettato per colpire imbarcazioni nemiche fino a 300 chilometri di distanza. Basato sul modello sovietico Kh-35, il Neptune ha dimostrato la sua efficacia affondando due delle navi più importanti della flotta russa del Mar Nero: la fregata Makarov e l’incrociatore Moskva. Questo colpo devastante ha costretto la marina russa a mantenere le proprie navi a distanza dalle coste ucraine, evitando ulteriori perdite.

M777: l’obice leggero che ha cambiato le regole del gioco
Infine, non si può parlare delle armi decisive nel conflitto senza menzionare l’obice M777 da 155 mm, fornito dal Regno Unito e dagli Stati Uniti. Questo cannone d’artiglieria, già utilizzato da diversi eserciti tra cui Canada, Australia, India e Lituania, è noto per la sua leggerezza e precisione. Può sparare proiettili M795 con una carica esplosiva da 10 kg, colpendo bersagli fino a 24 chilometri di distanza con un raggio di letalità di 70 metri. L’M777 si è rivelato estremamente utile per le forze ucraine, che lo hanno impiegato con successo per colpire le postazioni nemiche con grande precisione e potenza.

Le armi utilizzate nella guerra in Ucraina hanno avuto un impatto significativo sulle dinamiche del conflitto, dimostrando come una combinazione di tecnologia avanzata, addestramento e determinazione possa contrastare anche un esercito numericamente superiore. L’uso di sistemi mobili come l’HIMARS, missili guidati come il Javelin, mezzi corazzati riadattati come il T-72 e armi di precisione come il Neptune e l’M777 ha permesso all’Ucraina di infliggere perdite considerevoli alle forze russe e di mantenere il controllo su aree strategiche del paese. Questo conflitto ha evidenziato l’importanza della guerra asimmetrica e di come le strategie militari moderne possano sfruttare al massimo l’evoluzione delle armi per resistere a un’invasione su larga scala.